LA MIA ESPERIENZA CON I MINORI A RISCHIO...LEGGE 285\97


Prima di arrivare ad essere una responsabile mini club nei villaggi sono prima di tutto un'operatore dei servizi sociali....ho conosciuto realtà molto dure...ho regalato, insieme all'aiuto di altra gente esperta,tanti momenti di serenità a bambini ed adolescenti che di serenità ne hanno veramente poca...

La loro casa è la strada,la loro prima lingua è il dialetto,gli occhi sono spesso spenti,non hanno regole...cercano affetto un affetto che,per varie situazioni famigliari,li viene negato....

Facevo con loro i giochi più banali che possano esistere,erano le cose semplici e che a loro facevano stare bene...e quel mondo senza capricci...con volti tristi da far sorridere,da difficoltà serie da superare con loro che mi hanno portata a essere quella che sono oggi.


Nel 1997 nasce Il primo Piano d’azione sull’infanzia e l’adolescenza indicava le priorità di intervento a breve e medio termine riguardo la promozione dell’agio e la prevenzione del disagio.

Sempre nel 1997, precisamente il 28 agosto viene promulgata la prima legge quadro sulla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza. La legge 285/97 (Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza) concretizza una delle priorità del primo Piano d’azione, creando fermento anche in contesti dove storicamente non esisteva una cultura ed una attenzione alle problematiche infantili ed adolescenziali, introducendo innovazioni e sperimentazioni. Principalmente ci si muove con azioni preventive più che riparative, rafforzando quegli elementi di identità, di crescita, di benessere, di cultura, creando possibilità creative e di potenziamento delle proprie capacità. Differentemente dalla legge 216/91, la legge 285/97 stabiliva che dovessero essere le regioni a stabilire la programmazione degli interventi territorialmente così come la ripartizione economica e verificare l’efficacia degli interventi. Hanno visto la luce quindi, mediante accordi di programma che coinvolgevano enti locali, ASL, centri per la giustizia minorile interventi organizzati all’interno di un unico piano della durata massima di un triennio. Tutto ciò si è concretizzato in progetti e/o servizi, assistenziali, riabilitativi, preventivi a volte di natura sperimentale.
Sempre più negli ultimi anni quindi si tende verso una prevenzione primaria con interventi che influiscono positivamente sulla qualità della vita degli adolescenti. Promuovendo socializzazione, benessere, salute, si cerca di fornire strumenti, sostegno, nel percorso evolutivo adolescenziale sempre più caratterizzato da complessità crescenti. Diventano residuali quindi gli interventi di prevenzione secondaria, rivolte alle fasce più marcatamente a rischio, in quanto già questo etichetta, e quelli di prevenzione terziaria, finalizzati a contenere la recidiva.


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