Manuela Marrone, la moglie di Umberto Bossi prende la pensione da quando aveva 39 anni

MILANO – La Lega, è risaputo, se l’è sempre presa coi baby pensionati. Solo che forse aveva ‘dimenticato’ di controllare in casa sua. Manuela Marrone, la moglie di Umberto Bossi, riceve un vitalizio da quando ha 39 anni, ovvero dal 1992. A tirare fuori la scomoda realtà è Mario Giordano nel
suo libro ‘Sanguisughe’ e Luca Telese gli fa eco sul Fatto Quotidiano. E’ infatti Telese, approfondendo il discorso di Giordano a scrivere: “La moglie di Umberto Bossi, Manuela Marrone, riceve un trattamento previdenziale dal lontano 1992, da quando, cioè, alla tenera età di 39 anni, decideva di ritirarsi dall’insegnamento. Liberissima di farlo, ovviamente, dal punto di vista legale: un po’ meno da quello dell’opportunità politica, se è vero che suo marito tuona un giorno sì e l’altro pure contro i parassiti di Roma. E si sarebbe tentati quasi di non crederci, a questa storia, a questo ennesimo simbolo di incoerenza tra vizi privati e pubbliche virtù, se a raccontarcela non fosse un giornalista a cui tutto si può rimproverare ma non certo l’ostilità preconcetta alla Lega Nord e al suo leader”.
Alcuni commenti:
1)tra la moglie e il figlio la famiglia bossi ci sta spennando per bene....complimenti Umberto....mi raccomando poi insultiamo gli altri
2)E come sempre per TUTTI i politici "fate quel che dico ma non fate quel che faccio".... Povera Italia.....
3)di quel genio del figliouolo (respinto per tre volte alla maturità) che attualmente è profumatamente pagato dalla regione lombardia non so bene per far che cosa, di sicuro va al bar ogni qualvolta suona l'inno italiano.

Ah si, c'è stato anche il fratello Franco Bossi che per 5 anni è stato nell'ambito dell'europarlamento come assistente parlamentare.

Mi sa che lo slogan deve cambiare: "Roma Ladrona, ma anche la Padania in fondo lo è, d'altra parte fan tutti cosi".... Ma forse non avrebbe più tanta presa sulla masse!
4)Non capisco come mai la lega si pavoneggia come "partito della lealtà del lavoro dello sviluppo" come simbolo di Superiorità del nord sul SUD, quando poi lo stipendio, con o senza federalismo, lo prendono grazie allo Stato, la cui sede è e sarà Roma, hanno giurato sulla Costituzione che è stata creata ed approvata a Roma, da UOMINI con GLI ATTRIBUTI che non pensavano solo al loro tornaconto e di certo non sputavano sul piatto dove mangiavano, ne facevano la voce grosso quando i loro parenti prossimi vivono da vent'anni con la pensione pagata dal popolo italiano... Viva la lega... ma con la LEGA del risorgimento non c'entra proprio niente... farebbero meglio a non fregiarsi di simboli che non gli appartengono e che neanche lontanamente rispecchiano gli uomini e gli ideali di allora...
5)pensione a 39 anni
c'e solo da vergognarsi
chi no ha mai fatto nulla nella vita puo permettersi di andare in pensione
a 39 anni di età, chi come me fa il pendolare da 33 anni con 33 anni di versamenti deve aspettare almeno 7 anni per (forse) andare in pensione,
sempre che i fannulloni dei nostri politici no deciadano di allungare
l'età pensionabile.

speriamo che non ci facciano passare direttamente dal legno delle scrivanie a quello delle casse da morto.

VERGOGNATEVI
ANCHE FINI LO DICE IN QUESTO VIDEO A BALLARO'
.
POESIE PER LA FESTA DELLA MAMMA

Con le mie mani seppur piccoline,

tantissime cose io posso fare.

Le posso battere,le posso guardare

delle carezze io posso dare.

E oggi, mamma, che è la tua festa,

le mie manine ti voglio donare
E ora mi metto le mani sul cuore

Per dimostrarti il mio grande amore.

E con le mani ti mando un bacino

Stringimi forte e stammi vicino.

La poesia e la rosa
Ho pregato un fioraio
di portarti una rosa,
quella piu' bella, la piu' profumosa.
Lui m'ha detto pur' di scriver 'na poesia
da dedicar alla mammina mia.
Ma di parole tre sol' me ne sovviene,
cosi' ti scrivo solo: ti voglio bene.

scuola ho

Imparato

Tantissime cose,

alcune fantastiche

Altre curiose.

Ma l’amore e la vita

A chi è alto una spanna,

li puoi insegnare soltanto tu,

Mamma!



ADELAIDE IN CASA-FAMIGLIA ,NAPOLI

NAPOLI 30 MARZO 2011Annunciano un esposto in procura i legali della madre della piccola Adelaide, una bimba che dal 15 marzo scorso è stata condotta in una casa famiglia con divieto di incontro con genitori e familiari con un decreto emesso dal Tribunale per i minori di Napoli. Il provvedimento è stato adottato «perchè la madre avrebbe strumentalizzato in modo riprovevole e dannoso per l'integrità psicofisica, la minore, facendole credere di essere ammalata». Alla donna, infatti,viene contestato di avere dichiarato durante trasmissioni televisive che la figlia affetta da una malattia rara avesse bisogno di forti somme di denaro per essere curata. Per la piccola è subito scattata la solidarietà degli italiani che in poco tempo hanno fatto arrivare alla famiglia circa 150mila euro. La madre si è sempre difesa sostenendo che quei soldi servissero per avere una diagnosi certa del male da cui è affetta la sua bambina. Alcuni mesi dopo l'indagine, il Tribunale per i minori è intervenuto con il decreto in base al quale la piccola Adelaide è stata trasferita nella casa famiglia, nonostante «uno psicologo, la cui relazione era presente anche nel fascicolo della procedura minorile, all'esito di una valutazione sulla piccola paziente avesse specificamente raccomandato di evitare un affidamento della minore a persone alla stessa estranee», sottolinenano i legali della donna, gli avvocati Angelo Pisani e Sergio Pisani, spiegando le ragioni che stanno alla base dell'esposto presentato. Nella relazione dello psicologo è scritto testualmente: «Ritengo che la bimba sia particolarmente vulnerabile a qualsiasi tipo di cambiamento repentino nella sua situazione affettiva intrafamigliare (mi riferisco ad un'ipotesi di affidamento così come ventilata attraverso una comunicazione telefonica del commissariato), ritengo quindi che la paziente debba essere seguita attraverso un percorso psicoterapico supportivo espressivo e che possa essere consigliabile un eventuale affidamento a parenti o persone a lei già note».

Serge Francois un artigiano francese in pensione MIRACOLO A LOURDES RITORNA A CAMMINARE

LOURDES - Ora i miracolati sono 68. L’ultimo entrato a far parte della lista si chiama Serge Francois ed è un artigiano francese in pensione. L’uomo aveva perso l'uso della gamba sinistra, semiparalizzata dopo due operazioni e soffriva di dolori che solo le iniezioni di morfina riuscivano a calmare. Il 12 aprile del 2002 nella grotta di Lourdes, dopo aver pregato e bevuto l'acqua, Serge sentì «un dolore così lancinante che credevo di morire», racconta. Poi «la gamba che mi faceva tanto soffrire e che era sempre fredda si è riscaldata». Tanto che poi, per «rendere grazie», è andato in pellegrinaggio a Santiago di Compostela: 1.570 chilometri, e a piedi. Ieri il suo vescovo, Emmanuel Delmas, medico di formazione, ha solennemente riconosciuto il carattere «remarquable» della guarigione, senza parlare di «miracolo». «Ma per me non c'è dubbio - spiega monsignor Delmas al Figaro – avrei potuto usare il termine "miracolo". Tutto permetterebbe di farlo, ma mi sembrerebbe un po' presuntuoso». L'eufemismo del prelato si spiega con le prudentissime regole della Chiesa in materia di guarigioni, irrigidite nel 2006. La prima regola è la visita da parte dell'équipe medica di Lourdes, per due anni diretta da un italoamericano, Alessandro de Franciscis, che ha esaminato 38 casi nel 2009 e 33 nel 2010. La commissione prende in considerazione il dossier clinico, ordina nuovi esami e lascia passare altro tempo, perché la guarigione dev’essere «permanente». Poi, se tutto risulta convincente, dichiara una «guarigione constatata». Occorrono poi altre due indagini. Una è scientifica, con gli esami di due collegi medici - il secondo internazionale - che si riunisce a Lourdes una volta all'anno. L'altra è religiosa, effettuata da una commissione diocesana presieduta dal vescovo del «miracolato», che esamina gli aspetti spirituali della guarigione e del guarito. Se anche questa è d’accordo, la guarigione è «confermata», come nel caso dell’artigiano di Angers. Ora manca la terza tappa: la «guarigione ratificata», l’unica che, secondo il diritto canonico, permette di parlare di «miracolo».

Toglievano alle madri i cuccioli di poche settimane, li mettevano in gabbie senza acqua venduti all estero

MILANO 23 marzo 2011 Toglievano alle madri i cuccioli di poche settimane, li mettevano in gabbie senza acqua per trasportarli dall'est Europa a Milano e a Torino e li imbottivano di medicine per nascondere le malattie di cui soffrivano. Il tutto per rimetterli sul mercato come se fossero cani o gatti italiani e rivenderli a caro prezzo a persone ignare del rischio che i loro animali potessero addirittura avere la rabbia. Queste le accuse contestate a nove persone - tra allevatori, rivenditori e veterinari - che secondo il pubblico ministero Nicola Balice avrebbero messo in piedi una vera e propria associazione per delinquere. Tra loro ci sono i proprietari, marito e moglie, di un negozio per animali di via Padova. Per tutti è stata firmata ora la richiesta di rinvio a giudizio. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, gli indagati importavano dalla Repubblica slovacca cuccioli di cane, ma anche gatti, munendosi di passaporti per animali compilati con dati falsi relativamente alla data di nascita degli animali, all'esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie per la prevenzione della rabbia e alle condizioni di salute. Il tutto per lucrare sui prezzi differenti del mercato italiano rispetto a quello dell'est europeo e creando un «potenziale pericolo per la salute pubblica», si legge nei capi di imputazione, perché talvolta i cuccioli non erano stati sottoposti all'obbligatoria vaccinazione contro la rabbia. L'organizzazione si sarebbe avvalsa dei servigi di due veterinari. Il primo avrebbe iscritto in modo illegale i cuccioli all'anagrafe canina lombarda, omettendo di rilevare la loro effettiva età e le eventuali patologie di cui soffrivano; avrebbe somministrato il vaccino contro la rabbia pochi giorni dopo l'importazione, senza sapere se fossero già stati vaccinati come prevede la legge; e avrebbe consegnato senza prescrizione ai negozianti medicinali a uso umano e animale perché camuffassero le malattie dei cuccioli. Il secondo, oltre ai farmaci, avrebbe affidato a un allevatore torinese i microchip per l'identificazione dei cuccioli e formato libretti di vaccinazione con il suo timbro e la sua firma in bianco. L’ accusa, per tutti gli indagati, senza differenze, è di aver sottoposto «un numero imprecisato ma tuttavia rilevante di animali a sevizie e fatiche insopportabili», tra l'altro «sottoponendoli a trattamenti vaccinali ripetuti e somministrando medicinali al solo scopo di ritardare la scoperta di patologie in atto».

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BIMBO DI 3 ANNI PESA 57 KG.

PECHINO 23 marzo 2011 Ha 3 anni ed è un gigante di 57 chili. I genitori del ‘piccolo’ sono disperati e non riescono a farlo stare a dieta perché, dicono, hanno paura di lui. Il bimbo cinese, Lu Hao, è pericolosamente in sovrappeso ed è 5 volte più grande rispetto ai bambini della sua età. E’ diventato così enorme che i genitori hanno paura di lui e paradossalmente non riescono a farlo smettere di rimpinzarsi di tutto quel che trova. “Noi dobbiamo lasciarlo fare come vuole, altrimenti non smette di piangere”, ha ammesso la madre Chen Huan, di Dashan, nella provincia di Gudangdon. La donna ha raccontato che in passato hanno provato a togliergli il cibo, ma nonostante gli sforzi è aumentato di quasi dieci chili. Per Lu Hao è vietato anche andare a scuola, dato che le sue dimensioni potrebbero essere un pericolo per gli altri bambini, così è costretto a giocare a casa da solo. Ma naturalmente, per Lu Hao c’è anche un problema di salute: la sua circolazione e il suo respiro sono sempre più a rischio. Ironia della sorte, Lu Hao era nato sottopeso, 2.59 chili, poi nei tre mesi successivi ha iniziato a crescere smisuratamente. “Ha così tanta fame che per pranzo riesce a magiare tre grandi ciotole di riso, più grandi di me e sua madre”, ha raccontato il papà Lu Yuncheng, che fa fatica a prenderlo in braccio. I medici hanno spiegato ai genitori che la tanta fame del bambino potrebbe dipendere da un disturbo ormonale. Il bambino, oltre ad essere in sovrappeso, è anche molto più alto rispetto alla norma. Ma i medici avvertono: “Non può rimanere così, il suo cuore non ce la farà più a sopportare la tensione”. Un recente sondaggio ha mostrato che in Cina ci sono 60 milioni di obesi e che il numero è raddoppiato dal 1992 al 2002.

Si è risolto il giallo dei cuccioli di gatto uccisi a Cassinetta Lugagnano nel milanese

Grazie alle segnalazioni pervenute all’Aidaa, l’associazione è stata in grado di delineare l’identikit del responsabile. Si tratterebbe di una donna di 50 residente nella zona. E’ questo il profilo della “serial killer” che ha causato la morte di almeno 120 cuccioli di gattonell’arco di due anni. Questo fa cadere le ipotesi avanzate nei giorni scorsi, tra cui la pista satanica.
La ricostruzione dell'identità è stata possibile grazie alle telefonate che in almeno 7 casi indicavano nella donna responsabile dell'eccidio dei mici. Inoltre, quattro segnalazioni contenevano elementi tali da far risalire senza ombra di dubbio alla donna che nel corso di questi anni in diverse occasioni (l'ultima nei giorni scorsi) avrebbe sottratto intere cucciolate di gattini appena nati e li avrebbe rinchiusi in sacchetti di plastica posizionandoli nelle adiacenze del cancello di ingresso di una villa della zona di via Barbaiano a pochi passi da dove vive una colonia stanziale di gatti.

L’Aidaa aveva messo a disposizione una taglia di 6.000 euro per aiutare l'individuazione del serial killer dei mici, nessuno dei segnalatori ha però chiesto di poter intascare la taglia. "Ora stiamo sentendo i nostri legali e stiamo decidendo su come procedere per esporre denuncia per maltrattamento – spiega il presidente di Aidaa Lorenzo Croce – La nostra priorità resta comunque quella di poter mettere fine a questa strage. Sicuramente interverremo sulla colonia di gatti di Cassinetta, prima sterilizzando gli animali e poi valutando su come mobilitare i nostri gattari
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La storia di “Il bambino che sognava i cavalli”, presente la madre del piccolo

PALERMO 22 MARZO 2011 "Oggi è stata una giornata che mi ha emozionato, non chiedetemi di perdonare i carnefici di mio figlio, non ce la posso fare". Lo ha detto Franca Castellese, intervenuta oggi all’evento organizzato dal Parlamento della legalità presso il liceo artistico di Bagheria. La signora Franca è la madre del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santino Di Matteo. Giuseppe, che fu rapito nel 1993 e assassinato dopo 779 giorni di prigionia. "Da quando Giuseppe non c’è più - ha aggiunto la signora Castellese - sono una mamma alla quale è stato portato via il cuore: non so nemmeno io come continuo a vivere".

Particolarmente emozionati tutti gli studenti attentissimi al racconto della mamma cui è stato strappato il figlio, in così tenera età, emozionati anche il sindaco di Bagheria, Biagio Sciortino, l’assessore alla Comunicazione e legalità, Emanuele Tornatore e il presidente del centro studi che ha organizzato “La settimana della Legalità”, Nicolò Mannino che ha presentato quest’oggi il lavoro del giornalista Pietro Nazio, anche egli presente; il libro sulla storia del piccolo Di Matteo “Il bambino che sognava i cavalli - 779 giorni ostaggio dei Corleonesi”.

A Franca Castellese i ragazzi del liceo artistico di Bagheria hanno dedicato poesie e disegni contro la mafia, ed un orologio, fatto con le loro mani “che segna sempre l’ora della Legalità”. "La storia di Giuseppe la conoscono tutti, ma pochi sanno come si è svolta realmente - ha detto l'autore Pino Nazio - dopo tre anni di lavoro sto portando in giro per l'Italia questa terribile vicenda tra centinaia di persone, soprattutto giovani, che fanno tante domande e commentano il libro. E' la migliore ricompensa che mi potessi aspettare”. “Ho scritto questo libro perché ho trovato assurdo che la storia del bambino rapito dalla mafia la ricordino tutti, ma finora nessuno ne ha scritto, se non i carnefici", aggiunge Nazio riferendosi Giovanni Brusca, nel libro “Ho ucciso Giovanni Falcone”, e Giuseppe Monticciolo, in “Era il figlio di un pentito”.

Ha ringraziato tutti gli studenti presenti ed il Parlamento della Legalità il sindaco Biagio Sciortino. “Siete la Bagheria bella – ha detto il primo cittadino – quella che vogliamo che tutti conoscano e ricordino”. “La memoria è un dovere – ha sottolineato l’assessore Tornatore – è un dovere di chi governa, un dovere di chi insegna, di chi studia. L’assenza della memoria fa morire due volte, per questo è fondamentale ricordare”.
Lo Zoo di Berlino è in lutto: è stato trovato senza vita l’orso Knut

estero 20 marzo 2011Lo Zoo di Berlino è in lutto: per cause ancora sconosciute, vicino alla vasca della sua gabbia è stato trovato senza vita l’orso Knut. Proprio quel batuffolo bianco che quattro anni fa aveva commosso il mondo con la sua storia. Ripudiato dalla mamma, Knut era stato cresciuto dai guardiano dello Zoo di Berlino conquistando una presenza mediatica degna di una pop star.
Presto in Europa era scoppiata
la Knut mania: peluche, pupazzi, gadget, dvd e chi più ne ha ne metta. Perfino delle canzoni furono scritte per celebrare l’orsetto dello Zoo di Berlino. Poi, arrivato all’età adulta, di quel batuffolino bianco non rimaneva che il ricordo, lasciando spazio a un orso polare di qualche quintale. Spenti i riflettori, Knut ha vissuto da star in pensione allo Zoo di Berlino fino a oggi, quando è stato trovato morto.

Nel 2008 era morto anche il papà adottivo di Knut, il guardiano Thomas Doerflein, a soli 45 anni per un infarto. Nella breve vita da star di Knut ci fu anche una “fidanzata” italiana Gianna, una bellissima orsa nata a Pistoia, ma cresciuta nello zoo di Hellabrunn, a Monaco di Baviera. Tra Knut e l'orsa, il cui nome e' un omaggio alla cantante Gianna Nannini, non ci fu il colpo di fulmine e lei tornò a Monaco.
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TAGLIA DI 6.000 EURO PER IL KILLER DI 120 GATTINI

MILANO 14 marzo 2011- È una macabra denuncia quella che fa l'Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente: un "serial killer" in azione a a Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano, sarebbe responsabile della morte di 120 cuccioli di gatto. A far pensare a un assassino seriale le modalità di esecuzione dei gattini: tutti appena nati, strappati alle cure della mamma, chiusi in una scatola di scarpe e poi in un sacchetto di plastica e infine abbandonati davanti al cancello di un'abitazione. Secondo i veterinari tutti i gatti sarebbero morti per asfissia o, poiché in tenerissima età, per mancanza di cure materne.

Per rintracciare l'autore di questo scempio, l'Aidaa ha messo una taglia di 6.000 sul serial killer. "Già da diversi mesi stiamo seguendo la situazione della colonia felina in questione - dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa a Repubblica - ma adesso, dopo l'ennesimo ritrovamento di una cucciolata di tre micini, fortunatamente vivi ma in condizioni pietose, abbiamo deciso di accelerare i tempi di intervento"



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FRASI PER LA FESTA DELLA MAMMA

A te che mi hai portato dentro te per nove mesi e hai sofferto in silenzio ma ce l'hai fatta...
a te che mi hai cresciuto senza farmi mancare niente
a te che mi hai sopportato con tutti i miei capricci con i miei difetti
a te che ti prendi anche ora che sono un po' cresciutella cura di me
a te che riprendi ogni mio comportamento sbagliato facendolo per il mio bene
a te che cerchi di correggermi ma a causa del mio carattere irrequieto non ci riesci
a te che hai rinunciato di goderti la tua vita per dare a noi felicita
gerazie per averci dato la possibilità di recitare anche noi una parte in questa breve vita.

ALLA MIA MAMMA
che, quando ride
mostra le sue bellissime rughe.

Lei col suo colore biondo
non suo.

I suoi occhi... gli stessi
oh, mamma.
Sei bella nella tua semplicità.

I tuoi figli, ti hanno tolto
la tua linea,
il tuo latte.

Mamma quanto sei bella
quando sorridi!

Sei una donna d'altri tempi
una donna piena di meraviglie!

Sei la mia mamma.
Tua...

Ciao... mamma,
avrei voluto, scriverti una poesia!
Ma lascia che finalmente,
che il cuor mio parli.
Quante volte, ti ho cercata
per bisogno lavoravi, mamma!
Mamma dimmi:
-Quando ti ho chiesto, sul 1° bacio.
Tu cosa hai pensato... e
hai dato la tua risposta...,
con timore!
Mamma ho aiutato i
miei fratelli,
nella crescita!
E tu...
Mi hai ammirato.
Or io son mamma.
E, dico grazie
per le tue non parole,
per le mie solitudine
ora io sono... mamma.
La tua fatica, eppure
l'amore c'era è c'è
e dal cuore ti dico
grazie mamma.

Ciao mamma,
sono io, tua figlia
in questa occasione,
vorrei dirti; quanta pena ti ho dato.
Ero piccola, appena nata,
eppur tribulavi,
ricordi, le notti in bianco...
e la tua stanchezza.
Non ti davi pace...
Tutte le notti ripetevi:
-basta, basta, basta.
Eppur eccomi qui: - Ti presento i tuoi nipoti.
-Non ho tribulato la notte per loro. -
Per questo ti mando questo mazzo di fiori.
Ti prego no, non piangere come fai sempre.
Ti voglio bene mamma
sei la mia mamma.
Dalla tua...






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"UP" LA CASA ESISTE DAVVERO IN AMERICA

LOS ANGELES 8 MARZO 2011 La Casa 'volante' di 'Up' - il film della Disney Pixar - esiste davvero. Si è alzata in volo a Los Angeles, dove centinaia di palloncini colorati, un team di ingegneri scienziati e due piloti di mongolfiere hanno reso reale la Casa volante del cartoon. Il video, diffuso dalla National Gepgraphic, mostra una villetta di due piani, svuotata, prendere il volo trainata da trecento palloncini. Il curioso esperimento è diventato anche una prestazione da record: la Casa ha infatti volato per circa 90 minuti e raggiunto la quota di tre chilometri da terra.



Gravissimo incidente ad Artogne, nel bresciano: un bambino di tre anni è stato ferito da un trattore e ha perso il braccio

BRESCIA 5 MARZO 2011- Gravissimo incidente ad Artogne, nel bresciano: un bambino di tre anni è stato ferito da un trattore e ha perso il braccio. Non e' ancora stata chiarita la dinamica dell'incidente. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e le forzedell'ordine. Il piccolo e' stato trasportato con l'elicottero all'ospedale di Verona ed e' stato subito condotto in sala operatoria.



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Bimba in asciugatrice

UDINE 5 MARZO 2011Sta meglio la bimba di due anni chiusa dal convivente della madre nell'asciugatrice di casa. Secondo gli inquirenti l'uomo avrebbe compiuto il crudele gesto al culmine di un raptus di follia. La piccola non corre alcun pericolo di vita, come confermato dai medici.

IL DELITTO. Il dominicano di 24 anni abitava a Borgo stazione (Udine) con la compagna italiana di 27 anni, madre della bimba. Per lui rimane valido l'arresto per l'ipotesi di reato di lesioni aggravate in attesa delle decisioni del magistrato. La piccola, ricoverata nel reparto di pediatria, ha riportato ustioni di primo grado su diverse parti del corpo.