VIAGGIO CON I BIMBI:«Chi vuole la pace vada in uno chalet di montagna. I bambini fanno parte della nostra vita


ROMA - «Chi vuole la pace vada in uno chalet di montagna. I bambini fanno parte della nostra vita e non possono esserne esclusi. Piuttosto, preoccupiamoci di garantire il loro benessere: se si sentono amati e accuditi, se riusciamo a intrattenerli con attività piacevoli, non daranno fastidio. Né in aereo, né in treno, né al ristorante». Pollice verso di Masal Pas Bagdadi, scrittrice e psicoterapeuta dei bambini e degli adolescenti, sui voli vietati ai minori.

Perché questa insofferenza sempre più diffusa nei confronti dei piccoli?
«Chi arriva a concepire una soluzione del genere non ricorda di essere stato bambino. E’ un adulto che rifiuta la parte vitale e creativa di sé, fa una scissione, si chiude in un compartimento stagno. E diventa arido».

Ma chi non sopporta il chiasso meriterà pure rispetto e comprensione.
«Certamente sì. In treno ad esempio ci sono persone che hanno bisogno di lavorare e a volte possono disporre di carrozze chiuse. Oppure vanno in prima classe. Ma in aereo non ti puoi portare l’ufficio, lo spazio è ristretto e comune, bisogna considerare le esigenze di tutti».

Anche l’esigenza dei bambini di correre e strepitare?
«Ai figli non educati corrispondono genitori non educati. E’ da loro che bisogna partire, dall’educazione degli adulti. La proposta di Ryanair è un segno dei tempi. Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito a una degenerazione progressiva del modo di stare con gli altri: i bambini non hanno più limiti, all’asilo si fanno male gli uni con gli altri, alle elementari danno prova di bullismo, e i genitori non riescono a tenerli, rincorrendo un falso concetto di libertà. Ma arrivare a condannare tutta l’infanzia prendendo contromisure assurde e eccessive non va bene».

Quindi cosa suggerisce?
«La situazione dentro l’aeroplano è anomala, lo spazio chiuso può risultare opprimente e rendere i bambini irrequieti. Un genitore intelligente deve portarsi dietro libri, giocattoli, piccole cose da mangiare, deve intrattenere i figli. A sei mesi piangono, sì, ma col ciuccio si tranquillizzano: è un disturbo minimo della vita. Invece di escluderli, impariamo a portare i bambini dappertutto».

Etichette: , edit post
0 Responses

Posta un commento