LE FAVOLE DI ESOPO

LA VOLPE CON LA PANCIA PIENA
Esopo.

L'inverno era ormai alle porte. Gli alberi privi di foglie non offrivano più alcun riparo ed i piccoli animali si erano già preparati ad affrontare il freddo. Una giovane volpe vagava solitaria in cerca di un po' di cibo con il quale placare quella fame terribile che l'aveva colpita. Erano molti giorni che non mangiava. Le sue abituali prede si erano rifugiate in caldi ripari nutrendosi con le scorte alimentari raccolte durante l'estate ed era impossibile stanarli. Così, il povero animale camminava sconsolato pensando che la fame era veramente una brutta nemica. All'improvviso, un profumo delizioso le stuzzicò le narici. La volpe si avvicinò al punto da cui si propagava l'inaspettata fragranza e finalmente vide un enorme pezzo d'arrosto premurosamente sistemato nell'incavo di una quercia. Sicuramente era il pranzo dimenticato da qualche pastore.

L'animale si intrufolò nella cavità della pianta, riuscendo ad entrarvi con molta fatica. Quando si trovò all'interno del buco poté placare la propria irresistibile fame, divorando la carne in un boccone. Trascorsi alcuni minuti, la volpe con la pancia spaventosamente piena, decise di uscire dall'incavo per tornare all'aperto. Ma appena tentò di oltrepassare il buco dal quale era entrata scoprì di non essere più in grado di superarlo! Aveva mangiato troppo ed era diventata molto più grossa rispetto a prima. Spaventatissima si sforzò cosi tanto per uscire che alla fine rimase irreparabilmente incastrata nella fenditura!

Lo sfortunato animale iniziò a gridare finché una seconda volpe passando la vide e saputo quanto accaduto disse: "E' inutile strillare. Avresti dovuto avere pazienza ed aspettare tranquilla all'interno della pianta fino a quando la tua pancia non diminuiva. Invece l'impulsività ti ha ridotto in questa condizione e dovrai comunque aspettare finché non smaltirai ciò che hai mangiato". Così, la povera volpe rimase incastrata nella cavità per più di un giorno, rimpiangendo il calduccio che avrebbe trovato se avesse aspettato paziente all'interno della quercia.

La pazienza e il tempo sono degli ottimi alleati per affrontare qualsiasi difficoltà

LA ZANZARA E IL LEONE
Favole Esopo

C'era una piccola zanzara assai furba e spavalda. Stanca di giocare con le solite amiche, decise un giorno, di lanciare una sfida al Re della foresta. Si presentò così davanti al sovrano che era il leone e lo salutò con un rispettoso inchino. Il grande Re che era intento a schiacciare uno dei suoi pisolini più belli lungo la riva di un fiume, lanciò una distratta occhiata all'insetto. "Oh! Buongiorno".

Rispose Sua Maestà spalancando la bocca in un possente sbadiglio.
La zanzara disse: "Sire, sono giunta davanti a Voi per lanciarvi una sfida!" Il leone, un po' più interessato, si risvegliò completamente e si mise ad ascoltare.

'Voi " continuò l'insetto "credete di essere il più forte degli animali eppure io dico che se facessimo un duello riuscirei a sconfiggervi!" Il Sovrano divertito disse: "Ebbene se sei tanto sicura,proviamo!" In men che non si dica il piazzale si riempì di animali d'ogni genere desiderosi di assistere alla sfida. Il " Singolar Tenzone" ebbe inizio. L'insetto andò immediatamente a posarsi sul largo naso dell'avversario cominciando a pungerlo a più non posso. Il povero leone preso alla sprovvista tentò con le sue enormi zampe di scacciare la zanzara ma, invece di eliminarla, egli non fece altro che graffiarsi il naso con i suoi stessi artigli. Estenuato, il Re della foresta, si gettò a terra sconfitto. Così, la piccola zanzara fu acclamata da tutti i presenti. Levandosi in volo colma di gioia, la zanzara non si accorse però della tela di un ragno tessuta tra due rami e andò ad imprigionarvisi proprio contro. Intrappolato in quell'infida ragnatela l'insetto scoppiò in lacrime, consapevole del pericolo che stava correndo. Fortunatamente il leone, che aveva assistito alla scena, con una zampata distrusse la tela e liberò la piccolina dicendo:

"Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!" La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po' a freno la propria spavalderia.

Le persone troppo sicure di sé riescono, a volte, a superare gli ostacoli più grossi ma inciampano spesso nelle difficoltà più piccole.

L'asino, la volpe e il leone
(Esopo)

Un asino ed una volpe fecero amicizia e insieme se ne andarono a caccia. Incontrarono un leone dall'aria minacciosa.
La volpe intuì il pericolo che stava correndo, gli si avvicinò e cominciò a parlargli: si impegnava a consegnargli l'asino, in cambio della sua salvezza.

Il leone le promise la libertà: così la volpe condusse l'asino verso una trappola e ce lo lasciò cadere. Il leone, appena vide che l'asino era nell'impossibilità di fuggire, assalì per primo la volpe e poi, con calma, ritornò ad occuparsi dell'animale che era caduto nella trappola.

La cicala e le formiche
Favola di esopo

In inverno, essendosi bagnati i chicchi di grano, le formiche li esposero all'aria; una cicala invece che aveva fame chiedeva loro del cibo.
E le formiche le dissero:
"Perché durante l'estate non hai raccolto del cibo?".
E quella disse:
"Non sono stata in ozio, ma ho cantato armoniosamente".
E quelle mettendosi a ridere dissero: "Ebbene, se nelle giornate d'estate hai cantato, d'inverno balla".
La favoletta mostra che non bisogna essere negligenti per non affliggersi ed essere in pericolo.
La fortuna del cavallo

Un giorno un cavallo, ricco d'ornamenti, venne incontro a un asino che, stanco e carico com'era, tardò a dargli la via. " Avrei una gran voglia - disse - di fracassarti a calci ". L'asino non rispose: e con un gemito chiamò testimoni gli dei. Passò qualche tempo.

Il cavallo durante una corsa, azzoppò e fu mandato a servire in campagna. Appena l'asino lo vide tutto carico di letame: " Ricordi - domandò - che boria e che pompa? Ah? E che n'hai avuto? Eccoti ridotto alla miseria che prima spregiavi ".

I felici che disprezzano l'umile, sanno essi quale sarà il proprio domani?

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SIMBOLI DEL NATALE :BASTONCINO DI ZUCCHERO....

Il famoso bastoncino della leggenda è fatto di zucchero, ha il sapore di menta ed è bianco a strisce rosse.
La leggenda narra che un dolciaio lo creò per ricordare Gesù alle persone. Tale bastoncino racchiude in sé molti significati:

Il caramello (di cui è fatto il bastoncino) rappresenta Gesù come la roccia solida su cui sono costruite le nostre vite.

- La forma a "J" sta per Jesus (Gesù) oppure rappresenta la forma di un bastone da pastore (Gesù è il nostro pastore).

- Il colore bianco rappresenta la purezza e l’assenza del peccato.

- Le strisce rosse grandi rappresentano il sangue di Cristo versato per i nostri peccati.

- Le strisce sottili invece rappresenterebbero i segni lasciati dalle frustate che Gesù ricevette dai soldati romani per ordine di Ponzio Pilato.

- Il sapore di menta piperita ricorda il sapore dell'issopo che è una pianta aromatica usata nel vecchio testamento per purificare.
Il web e i social network spopolano anche fra i più piccoli

Bambini e internet: Il 7% dei neonati ha un indirizzo di posta elettronica.Il web e i social network spopolano anche fra i più piccoli. Ma la cosa incredibile però è che adesso si potrà addirittura ricevere una richiesta di amicizia da un bambino che non sa ancora nemmeno parlare.
Da un nuovo studio dalla società di Avg Internet Security, realizzato in diversi paesi del mondo - Stati Uniti, Canada, Australia Nuova Zelanda, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Spagna - è emerso infatti che due bambini su dieci (il 23 per cento) ancora prima di nascere hanno le proprie foto pre-parto messe online dai genitori.
Dopo la nascita dei piccoli, spesso i genitori decidono subito di dare ai figli una seconda vita online: almeno tre neonati su dieci hanno un book fotografico delle prime ore di vita e il 7 per cento ha già un indirizzo di posta elettronica personale. A due anni d’età, otto bambini su dieci possiedono una sorta di impronta digitale.
Oltre il 70 per cento delle madri ha dichiarato di aver messo in rete le immagini del piccolo per condividere le fotografie con amici e parenti, un modo considerato meno «noioso» dai genitori di oggi rispetto ai tradizionali album fotografici.
In futuro quindi, saranno molto pochi i bambini che dovranno andare alla ricerca di libri di scarto e polverosi album di fotografie scolorite di famiglia per conoscere i propri primi anni di vita. Ormai, con pochi clic potranno trovare tutta la loro storia sulla rete, condivisa dagli amici e dai familiari più lontani. Quando i neonati diventeranno grandi avranno a disposizione un articolato fascicolo digitale composto da fotografie, video dei ricordi d’infanzia condiviso da genitori, parenti e amici
DOLCETTO O SCHERZETTO....?

Dolcetto o
scherzetto?
O mi dai un buon dolcetto,
o ti becchi uno scherzetto Devi fare questa scelta
muoviti, su, fai alla svelta!
Non hai tempo di pensare
sono qui per spaventare
chi i dolcetti non mi dà
prima o poi si pentirà!


Zucca diHalloween

Zucca di Halloween stregata
come sei bella illuminata,
come mi guardi sorridente,
come mi sembri stravagante.
Mi terrorizzi, un pochettino,
con quel tuo sguardo malandrino:
in questa notte, o zucca arancione,
riempimi di dolci e zabaione!
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HALLOWEEN....31 OTTOBRE

Halloween o Hallowe'en è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra la sera del 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.

In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro Capodanno.
Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.

I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui l'usanza del trick-or-treat (in italiano "dolcetto o scherzetto?"). Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.

Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?". Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse. Il nome "Halloween" deriva da "All Hallows Eve", che vuole dire appunto "Vigilia di Tutti i Santi", perciò "Vigilia della festa di Tutti i Santi", festa che ricorre, appunto, il 1º novembre. Poiché la figura dei "Santi" é posteriore alla religione druidica, un altro etimo potrebbe essere "All allows even", cioè "la sera in cui tutto è permesso", incluso i defunti che escono dalle tombe per far visita ai vivi.
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