Sembra che il rituale della Pasqua sia molto antico e legato a un'origine pagana, cioè non cristiana, e nasce come motivo di ringraziamento e d’offerta sacrale delle primizie del campo e dell’orto.
Si pensa che già i Persiani, cinquemila anni fa, festeggiassero l'arrivo della primavera mangiando uova di gallina.
L'usanza di festeggiare il sacrificio e la resurrezione di Gesù venne quindi, nel secondo secolo, abbinato proprio alle feste di primavera; in questo periodo, inoltre, dopo le funzioni religiose, venivano distribuite ai fedeli uova benedette. La rinascita della natura dopo un inverno di desolazione e morte, era facilmente accostata alla resurrezione del Cristo che annunciava, a coloro che lo avevano accettato, una nuova vita.
Inizialmente, nella Bibbia, la Pasqua indicava l'agnello immolato dagli Israeliti in Egitto; essi avevano messo il suo sangue sugli stipiti e sull'architrave delle porte e avevano mangiato la sua carne. Grazie a questo sacrificio l'angelo distruttore era passato oltre gli Israeliti senza far loro del male (Pasqua deriva dal verbo ebraico Pèsach che significava passare oltre, proteggere, salvare) mentre i figli degli Egiziani furono colpiti a morte. Gesù per i Cristiani dovrebbe dunque rappresentare la nuova Pasqua, il nuovo veicolo di salvezza.
Per gli Ebrei, che non credono in Gesù come figlio di Dio e Salvatore dell'uomo, la Pasqua è una festa religiosa molto importante che ricorda la liberazione e la fuga degli Israeliti dall'Egitto.
La Pasqua si celebrava tra il 14 e il 15 del mese di "nissan", che corrispondeva all'equinozio di primavera nel calendario ebraico, rappresentando nello stesso tempo anche il principio dell'anno. Poi, come stabilì il Concilio di Nicea, la Pasqua cristiana venne regolata in modo che cadesse la domenica dopo il primo plenilunio di primavera, ma ciò fece sì che la Pasqua non coincidesse più con l'inizio dell'anno.
Inoltre la Pasqua, essendo legata al ciclo lunare e non ai mesi del calendario, è una festa "mobile" e non cade ogni anno nello stesso giorno (a differenza del Natale che è una festa "fissa" in quanto è celebrata sempre il 25 dicembre di ogni anno).
Per quanto riguarda le tradizioni pasquali, oggi, come allora, ritroviamo sulle tavole i segni del ringraziamento verso la natura, mescolati a simboli religiosi che ricordano gli eventi principali del Cristianesimo. La presenza del pane sulla tavola ha significato votivo, nel ricordo della discendenza dal sovrannaturale, prodigio della germinazione del grano, ricordo del pane azzimo (il pane senza lievito consumato dagli Ebrei in occasione della fuga dall’Egitto). L’uovo fa parte integrante della ricorrenza perché questo alimento è il simbolo della vita che si rinnova, un auspicio di fecondità.
All’uovo e al pane si ispirano le torte salate e le torte verdi della tradizione: come la torta pasqualina, antico piatto genovese, la torta di Pasqua al formaggio di origine umbra, la crescia di Pasqua marchigiana e le pizze al formaggio campane ripiene di uova, pecorino, farina e olio d’oliva, gli "aceddi cu l'ova" siciliani.
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