Dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Yara Gambirasio bambini e donne portano fiori


BERGAMO 28 febbraio 2011 Dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Yara Gambirasio, la comunità bergamasca di Brembate di Sopra si stringe alla famiglia della 13enne trovata ieri a 3 mesi esatti dalla sua scomparsa. Il paese è sotto choc ma si chiede anche chi abbia potuto uccidere la giovane promessa della ginnastica ritmica. Per 93 giorni, dal 26 novembre scorso, tutti hanno continuato a sperare, ieri sera con il ritrovamento del corpo si è concretizzato l'incubo per papà Fausto e mamma Maura. Oggi a Brembate è il giorno del dolore, non c'è più alcun dubbio che Yara sia stata uccisa. Una certezza che, in questo paesino di 8 mila anime, fa paura. «Siamo preoccupati sapendo che c'è in orco tra di noi», ha detto nella sua Omelia don Corinno Scotti. Stamattina per i genitori della 13enne è stato il giorno più terribile.

Sono andati a Milano, nell'Istituto di medicina legale, per riconoscere il corpo della loro bambina. Poi, si sono richiusi la porta della villetta di via Rampinelli e si sono lasciati andare alle lacrime, lontani dalle telecamere. Intanto, sul fronte delle indagini emergono i primi particolari: Yara è stata uccisa a coltellate. Chi l'ha fatto ha colpito al collo e alla schiena, ma bisognerà aspettare l'autopsia per maggiori particolari. Gli inquirenti sono convinti che Yara sia stata uccisa poco dopo la sua scomparsa e che il posto in cui è stata trovata è stato a lungo la sua tomba. Accanto alcuni oggetti, la sim e la batteria del suo cellulare, le chiavi di casa e l'ipod, che hanno permesso insieme ai vestiti e all'apparecchio dei denti di riconoscere la 13enne il cui corpo ormai è in avanzato stato di decomposizione.


Si cerca tra i conoscenti, si indaga senza tralasciare nulla, ma l'impressione è che si è ancora lontani dall'identikit dell'assassino. Sotto choc il sindaco di Brembate Diego Locatelli, increduli i vicini di casa Gambirasio, mentre un orsacchiotto di pelouche e una rosa bianca restano davanti all'ingresso della villetta. «Penso a te, penso al tuo sorriso, penso a quanto avrei voluto riabbracciarti», scrive l'amica Giorgia. Il silenzio di Brembate è interrotto solo dalle campane che, ogni ora, suonano a festa «ora lei è un angelo e gli angeli vanno festeggiati» dice commosso il parroco che l'ha vista crescere. Domani sarà il giorno dell'autopsia. Il medico legale Cristina Cattaneo, insieme ad una equipe di esperti, analizzerà il corpo di Yara per provare a dare le prime risposte sul come e sul quando la piccola è stata ammazzata, il lavoro degli inquirenti, intanto, continua anche oggi. La zona del ritrovamento resta off limits per giornalisti e curiosi. Sono in tanti, famiglie con bambini, che scattano fotografie vicino al luogo del ritrovamento, altri invece lasciano fiori o messaggi per «un angelo che merita giustizia».

IL PELLEGRINAGGIO È un lungo e silenzioso pellegrinaggio quello che, da stamane, continua in via Bedeschi a Chignolo d'Isola, in provincia di Bergamo, dove ieri pomeriggio è stato trovato il corpo senza vita di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa 3 mesi fa da Brembate di Sopra. Sono almeno una decina i mazzi di fiori bianchi lasciati vicino al nastro bianco e rosso messo dalle forze dell'ordine per impedire a curiosi e giornalisti l'accesso alla strada sferrata dove è stato trovato il corpo, in stato di decomposizione. Intere famiglie, con tanto di bambini, sfidano il freddo e la pioggia per poter vedere da vicino il luogo in cui è stata ritrovata la giovane promessa della ginnastica ritmica. A presidiare la zona e a continuare le ricerche di altri eventuali elementi utili alle indagini ci sono i carabinieri e la polizia. Ci sono anche alcuni messaggi per la piccola Yara, «un angelo» per cui si chiede giustizia.

CURIOSI SCATTANO FOTO Prosegue l'afflusso di cittadini della zona, e di curiosi, in via Bedeschi a Chignolo d'Isola (Bergamo), il luogo dove ieri pomeriggio è stato trovato il corpo di Yara Gambirasio. Capannelli di cittadini del comune di Chignolo ma anche dei comuni limitrofi, che discutono animatamente di quanto accaduto, si sono formati stamani. In diversi sono arrivati anche con i figli e davanti a loro discutono dei particolari del ritrovamento. «Sono venuto qui a vedere quello che è successo - dice un uomo sulla quarantina che tiene per mano due bambini - io sono di Terno d'Isola, ma non potevo non passare di qua». In molti esprimono, parlando con i giornalisti, la loro solidarietà accorata alla famiglia Gambirasio. Altri si limitano a curiosare e a scattare qualche foto con il cellulare.

BIGLIETTI PER YARA Una rosa bianca, un mazzo di fiori, pochi biglietti e un orsacchiotto di peluche. La comunità di Brembate di Sopra si stringe così alla famiglia di Yara Gambirasio, la tredicenne trovata morta ieri a tre mesi esatti dalla sua scomparsa. Era il 26 novembre scorso quando la giovane promessa della ginnastica ritmica, dopo essere uscita dalla palestra, ha fatto perdere le sue tracce. Ieri il ritrovamento che ha tolto ogni speranza alla famiglia e a tutta la comunità. In tarda mattinata una coppia ha lasciato vicino all'ingresso della villetta di via Rampinelli, un piccolo peluche, una rosa bianca e un biglietto scritto con un pennarello per Yara «un piccolo angelo».

«In questo momento io penso a te, penso al tuo sorriso, penso a quante volte sei uscita da quella porta che ora senza di te non fiorisce più». Così Gaia, una amica di Yara Gambirasio, ricorda la tredicenne trovata morta ieri a tre mesi di distanza dalla sua scomparsa da Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Un ricordo che arriva attraverso un messaggio scritto a penna lasciato accanto a un mazzo di fiori bianchi. «Penso a quanto avrei voluto riabbracciarti e quanto avrei voluto risentirti dire ciao. Riposa in pace Yara, io ti pregherò e ti ricorderò per sempre. Ciao, riposa in pace. Gaia».



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