La Musicoterapia, intesa come metodologia di intervento per un lavoro pedagogico o psicologico, permette di comunicare, con l'aiuto del terapeuta, attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale partendo dal principio dell'ISO (identità sonora individuale) che utilizza il suono, la musica, il movimento per aprire canali di comunicazione ed una finestra nel mondo interno dell'individuo. Dal punto di vista terapeutico essa diviene attiva stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva, impiegata in diverse problematiche come prevenzione, riabilitazione e sostegno al fine di ottenere una maggiore integrazione sul piano intrapersonale ed interpersonale, un migliore equilibrio e armonia psico-fisica.
In tutte le culture dell'antichità musica e medicina erano praticamente una cosa sola. Il sacerdote medico (lo sciamano) sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo, ma anche quella dell'uomo, è dominata dal ritmo e dall'armonia. Sapeva che la musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale, che procura benessere e che nei casi di malattia può ricostituire l'armonia perduta.
Anche Platone ed Aristotele furono, oltre che pensatori e filosofi anche dei musicologi e musicisti convinti che le arti del ritmo contribuissero a migliorare la calma interiore, la serenità e la morale.
Il pensiero platonico poggiava su cinque costanti:
II mondo è costituito secondo principi musicali;
La musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale dell'Io;
La vita intera dell'uomo è dominata dall'armonia e dal ritmo;
Una giusta educazione musicale può garantire la formazione del carattere;
La filosofìa è l'espressione più alta della musica.
Aristotele affermava che la musica possiede la caratteristica di migliorare la morale, ha un potere liberatorio, alleviante e catartico delle tensioni psichiche.
Per Pitagora erano tre gli orientamenti della musica:
di adattamento,la musica deve adattarsi alla personalità dell'individuo, nel contempo l'individuo deve saper lentamente adattarsi a musiche diverse e lontane dalla sua personalità accettandole.
di cambiamento,la musica può modificare lo stato d'animo profondo dell'individuo, consentendogli una maggiore accettazione di sé ed un maggiore uso delle proprie capacità epossibilità.
di purificazione,la musica può liberare l'anima e il corpo dalle tensioni giornaliere.
Il primo trattato di musicoterapia risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese, Richard Brockiesby . Il suo volume fece il giro d'Europa sollevando interesse ed anchescetticismo.S. Porgeter fu uno dei primi medici a capire la necessità di una conoscenza molto approfondita della scienza Musicale per applicarla con successo nella cura di certi disturbi mentali.
Per lo sviluppo della sanità mentale ed il benessere, le attività creative sono la chiave per il raggiungimento dell'equilibrio psichico. Attraverso esse si può mirare all'evoluzione dell'essere umano nella sua totalità e far emergere tutte le capacità potenziali.Attività come il cantare, suonare, danzare, sono direttamente creative, essendo la musica sì una disciplina mentale che ha bisogno di ordine, di attenzione e concentrazione, ma che permette la manifestazione della propria espressività.
E' importante ricordare che la musica è un mezzo di comunicazione anche là dove le parole divengono inaccessibili.
Dopo una lesione cerebrale, il pensiero musicale può rimanere completamente integro come lo era sempre stato.Nella sindrome autistica, caratterizzata da isolamento da parte del paziente che sfocia nel silenzio della comunicazione intesa come chiusura al rapporto umano, il soggetto vive in un mondo fatto di riti, di ossessioni, di fobie, dietro i quali si rifugia trovandosi sempre nello stato di paura patologica tipica del prigioniero. In questo caso il linguaggio sonoro può divenire strumento privilegiato per superare questo isolamento; un mezzo di informazione e formazione ed anche di esperienza creativa, poiché contiene elementi suggestivi e suadenti che penetrano nel subconscio influenzando il corpo e la mente permettendo di entrare in un mondo più vasto e ricco di emozioni ed espressioni.
Molti studi hanno dimostrato il duplice effetto psicoterapico della musica sia nell'ambito fisiologico che psichico. La musica evoca sensazioni, stati d'animo, può far scattare meccanismi inconsci, aiuta a rafforzare l' e serve da ponte tra il conscio e l'inconscio . Può aiutare a sbloccare repressioni e resistenze permettendo agli impulsi ed ai complessi che producono conflitti e disturbi neuro-psichici di affiorare a livello di coscienza, anche attraverso il processo catartico (tensione-liberazione). Invia segnali al cervello ed in particolare al sistema limbico , la zona cerebrale detentrice dei più arcani sentimenti e istinti posseduti dall'uomo riguardo ad una filogenesi evolutiva di tutto il sistema nervoso centrale.
La musica sembra essere l'unica funzione superiore dell'encefalo, che direttamente coinvolge in ugual misura l'emisfero destro e l'emisfero sinistro.
Essa permette di comunicare attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale . Attraverso la comunicazione analogica ci si esprime con un sistema di simboli più ricco e in più le stimolazioni musicali possono suscitare miglioramenti nella sfera affettiva, motivazionale e comunicativa.
Utilizza il suono, la musica, il movimento per provocare effetti regressivi ed aprire canali di comunicazione, con possibilità di un'apertura comunicativo - relazionale e una finestra nel mondo interno.
E' chiaro che si può usare la musica per catturare l'attenzione, stabilire un dialogo e quindi ancora condurre la persona ad un obiettivo voluto. In questa ottica le tecniche psicomusicali, offrono un mezzo di espressione e comunicazione complementare. Fattore di sviluppo per l'uomo normale , esse sono una vera terapia per il disadattato . Attraverso la terapia musicale vengono messe in gioco le abitudini, i significati palesi e inconsapevoli, le aspirazioni, i problemi vivi e angoscianti, la ricerca di significati che vanno al di là dell'apparente infantilità di certi testi, rendendo l'esperienza sonoro-musicale molto meno banale di quanto possa apparire a prima vista e di notevole valore se affrontata correttamente.
Bisogna però scartare l'idea semplicistica di alcuni per i quali qualsiasi disco o cassetta di musica può andar bene (proponendo molto spesso alcuni generi musicali pre-confezionati, spesso propinati e spacciati come terapeutici, non adatti allo scopo da raggiungere). In questa ottica naturalmente i risultati non saranno soddisfacenti e di conseguenza il metodo criticato, ridicolizzato e abbandonato.
L'esperienza musicale nell'iter della vita
L'esperienza musicale è e rimane sempre esperienza radicata nel corso della vita, intesa sia come linguaggio pre-verbale all'origine della vita e della crescita originaria del feto nel grembo materno, sia perché continua ad avere profondi agganci nella vita quotidiana, nell'espressione della propria cultura di base, delle proprie emozioni e sentimenti, nella rievocazione dei ricordi ecc.
Canzoni conosciute, imparate nell'infanzia e ripetute per tutta la vita restano impresse permanentemente nella memoria. In virtù di ciò, quando si evoca una melodia ben memorizzata con il paziente in stato di confusione temporale si può stabilire immediatamente un contatto.
La musica come terapia
La musica dal punto di vista terapeutico, diviene attiva stimolazione multisensoriale, cognitiva, relazionale, emozionale, impiegata come prevenzione, sostegno e recupero. Essa può offrire nei casi in cui l'ascolto viene integrato dalla partecipazione attiva del corpo (ritmare, sonorizzare, muoversi ritmicamente, cantare etc.), un momento valido per riorganizzare le condotte relazionali ed il lavoro terapeutico consiste nella attivazione-riattivazione delle abilità personali e delle capacità espressive e relazionali mediante setting organizzati secondo il metodo socio-psico-educazionale che consentono da un lato la possibilità di osservazione valutativa, d'altro canto pongono gli agenti in condizione favorevole alla espressione immaginativa, alla comunicazione, alla partecipazione emotiva dell'evento.
Musica come intervento riabilitativo
L'intervento riabilitativo è efficace sia nel bambino che nell'adulto. Se il paziente è un bambino si comincia a costruire insieme a lui una comunicazione sonora non ancora influenzata da successive esperienze ritmico-musicali; mentre nell'adulto bisogna eseguire un'azione regressiva volta a recuperare una storia corporeo - sensoriale passata. Ogni essere umano ha dentro di sé una identità sonora (ISO), in quanto vi è l'esistenza di un suono o di un insieme di suoni che lo caratterizzano e lo individualizzano. Questi sono rappresentati dagli archetipi sonori ereditati geneticamente a cui si aggiungono l'esperienza sonoro - vibrazionale e di movimento durante la vita intrauterina, e più tardi si arricchisce con le esperienze vissute durante il parto, con di seguito il resto della vita.
L'espressione musicale, all'inizio linguaggio non verbale originato nelle profondità della vita affettiva, diventerà fonte di motivazione per una espressione grafica, un'espressione verbale, un'espressione scritta. Per beneficiare di queste tecniche non è necessario imparare la musica ; basta sentire, comprendere e creare senza coercizione, scegliendo uno strumento piuttosto che un altro , per un suo timbro, utilizzando una cellula melodica in cui si sente bene, in un vissuto corporeo completo.
In tutte le culture dell'antichità musica e medicina erano praticamente una cosa sola. Il sacerdote medico (lo sciamano) sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo, ma anche quella dell'uomo, è dominata dal ritmo e dall'armonia. Sapeva che la musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale, che procura benessere e che nei casi di malattia può ricostituire l'armonia perduta.
Anche Platone ed Aristotele furono, oltre che pensatori e filosofi anche dei musicologi e musicisti convinti che le arti del ritmo contribuissero a migliorare la calma interiore, la serenità e la morale.
Il pensiero platonico poggiava su cinque costanti:
II mondo è costituito secondo principi musicali;
La musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale dell'Io;
La vita intera dell'uomo è dominata dall'armonia e dal ritmo;
Una giusta educazione musicale può garantire la formazione del carattere;
La filosofìa è l'espressione più alta della musica.
Aristotele affermava che la musica possiede la caratteristica di migliorare la morale, ha un potere liberatorio, alleviante e catartico delle tensioni psichiche.
Per Pitagora erano tre gli orientamenti della musica:
di adattamento,la musica deve adattarsi alla personalità dell'individuo, nel contempo l'individuo deve saper lentamente adattarsi a musiche diverse e lontane dalla sua personalità accettandole.
di cambiamento,la musica può modificare lo stato d'animo profondo dell'individuo, consentendogli una maggiore accettazione di sé ed un maggiore uso delle proprie capacità epossibilità.
di purificazione,la musica può liberare l'anima e il corpo dalle tensioni giornaliere.
Il primo trattato di musicoterapia risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese, Richard Brockiesby . Il suo volume fece il giro d'Europa sollevando interesse ed anchescetticismo.S. Porgeter fu uno dei primi medici a capire la necessità di una conoscenza molto approfondita della scienza Musicale per applicarla con successo nella cura di certi disturbi mentali.
Per lo sviluppo della sanità mentale ed il benessere, le attività creative sono la chiave per il raggiungimento dell'equilibrio psichico. Attraverso esse si può mirare all'evoluzione dell'essere umano nella sua totalità e far emergere tutte le capacità potenziali.Attività come il cantare, suonare, danzare, sono direttamente creative, essendo la musica sì una disciplina mentale che ha bisogno di ordine, di attenzione e concentrazione, ma che permette la manifestazione della propria espressività.
E' importante ricordare che la musica è un mezzo di comunicazione anche là dove le parole divengono inaccessibili.
Dopo una lesione cerebrale, il pensiero musicale può rimanere completamente integro come lo era sempre stato.Nella sindrome autistica, caratterizzata da isolamento da parte del paziente che sfocia nel silenzio della comunicazione intesa come chiusura al rapporto umano, il soggetto vive in un mondo fatto di riti, di ossessioni, di fobie, dietro i quali si rifugia trovandosi sempre nello stato di paura patologica tipica del prigioniero. In questo caso il linguaggio sonoro può divenire strumento privilegiato per superare questo isolamento; un mezzo di informazione e formazione ed anche di esperienza creativa, poiché contiene elementi suggestivi e suadenti che penetrano nel subconscio influenzando il corpo e la mente permettendo di entrare in un mondo più vasto e ricco di emozioni ed espressioni.
Molti studi hanno dimostrato il duplice effetto psicoterapico della musica sia nell'ambito fisiologico che psichico. La musica evoca sensazioni, stati d'animo, può far scattare meccanismi inconsci, aiuta a rafforzare l' e serve da ponte tra il conscio e l'inconscio . Può aiutare a sbloccare repressioni e resistenze permettendo agli impulsi ed ai complessi che producono conflitti e disturbi neuro-psichici di affiorare a livello di coscienza, anche attraverso il processo catartico (tensione-liberazione). Invia segnali al cervello ed in particolare al sistema limbico , la zona cerebrale detentrice dei più arcani sentimenti e istinti posseduti dall'uomo riguardo ad una filogenesi evolutiva di tutto il sistema nervoso centrale.
La musica sembra essere l'unica funzione superiore dell'encefalo, che direttamente coinvolge in ugual misura l'emisfero destro e l'emisfero sinistro.
Essa permette di comunicare attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale . Attraverso la comunicazione analogica ci si esprime con un sistema di simboli più ricco e in più le stimolazioni musicali possono suscitare miglioramenti nella sfera affettiva, motivazionale e comunicativa.
Utilizza il suono, la musica, il movimento per provocare effetti regressivi ed aprire canali di comunicazione, con possibilità di un'apertura comunicativo - relazionale e una finestra nel mondo interno.
E' chiaro che si può usare la musica per catturare l'attenzione, stabilire un dialogo e quindi ancora condurre la persona ad un obiettivo voluto. In questa ottica le tecniche psicomusicali, offrono un mezzo di espressione e comunicazione complementare. Fattore di sviluppo per l'uomo normale , esse sono una vera terapia per il disadattato . Attraverso la terapia musicale vengono messe in gioco le abitudini, i significati palesi e inconsapevoli, le aspirazioni, i problemi vivi e angoscianti, la ricerca di significati che vanno al di là dell'apparente infantilità di certi testi, rendendo l'esperienza sonoro-musicale molto meno banale di quanto possa apparire a prima vista e di notevole valore se affrontata correttamente.
Bisogna però scartare l'idea semplicistica di alcuni per i quali qualsiasi disco o cassetta di musica può andar bene (proponendo molto spesso alcuni generi musicali pre-confezionati, spesso propinati e spacciati come terapeutici, non adatti allo scopo da raggiungere). In questa ottica naturalmente i risultati non saranno soddisfacenti e di conseguenza il metodo criticato, ridicolizzato e abbandonato.
L'esperienza musicale nell'iter della vita
L'esperienza musicale è e rimane sempre esperienza radicata nel corso della vita, intesa sia come linguaggio pre-verbale all'origine della vita e della crescita originaria del feto nel grembo materno, sia perché continua ad avere profondi agganci nella vita quotidiana, nell'espressione della propria cultura di base, delle proprie emozioni e sentimenti, nella rievocazione dei ricordi ecc.
Canzoni conosciute, imparate nell'infanzia e ripetute per tutta la vita restano impresse permanentemente nella memoria. In virtù di ciò, quando si evoca una melodia ben memorizzata con il paziente in stato di confusione temporale si può stabilire immediatamente un contatto.
La musica come terapia
La musica dal punto di vista terapeutico, diviene attiva stimolazione multisensoriale, cognitiva, relazionale, emozionale, impiegata come prevenzione, sostegno e recupero. Essa può offrire nei casi in cui l'ascolto viene integrato dalla partecipazione attiva del corpo (ritmare, sonorizzare, muoversi ritmicamente, cantare etc.), un momento valido per riorganizzare le condotte relazionali ed il lavoro terapeutico consiste nella attivazione-riattivazione delle abilità personali e delle capacità espressive e relazionali mediante setting organizzati secondo il metodo socio-psico-educazionale che consentono da un lato la possibilità di osservazione valutativa, d'altro canto pongono gli agenti in condizione favorevole alla espressione immaginativa, alla comunicazione, alla partecipazione emotiva dell'evento.
Musica come intervento riabilitativo
L'intervento riabilitativo è efficace sia nel bambino che nell'adulto. Se il paziente è un bambino si comincia a costruire insieme a lui una comunicazione sonora non ancora influenzata da successive esperienze ritmico-musicali; mentre nell'adulto bisogna eseguire un'azione regressiva volta a recuperare una storia corporeo - sensoriale passata. Ogni essere umano ha dentro di sé una identità sonora (ISO), in quanto vi è l'esistenza di un suono o di un insieme di suoni che lo caratterizzano e lo individualizzano. Questi sono rappresentati dagli archetipi sonori ereditati geneticamente a cui si aggiungono l'esperienza sonoro - vibrazionale e di movimento durante la vita intrauterina, e più tardi si arricchisce con le esperienze vissute durante il parto, con di seguito il resto della vita.
L'espressione musicale, all'inizio linguaggio non verbale originato nelle profondità della vita affettiva, diventerà fonte di motivazione per una espressione grafica, un'espressione verbale, un'espressione scritta. Per beneficiare di queste tecniche non è necessario imparare la musica ; basta sentire, comprendere e creare senza coercizione, scegliendo uno strumento piuttosto che un altro , per un suo timbro, utilizzando una cellula melodica in cui si sente bene, in un vissuto corporeo completo.
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