Purtroppo gli abbandoni sono sempre tanti, troppi. In Italia sono circa 3mila all’anno i neonati abbandonati e ritrovati (soprattutto vivi, ma anche morti): il 73% è figlio di italiane, il 27% di immigrate, prevalentemente tra i 20 e 40 anni; le minorenni risultano solo il 6% (fonte: Lucia Borgia – vicepresidente della Commissione pari opportunità tra uomini e donne del Ministero pari opportunità).
Quello che molte madri ignorano è la possibilità, per legge, partorire in ospedale e lasciare lì il bambino senza riconoscerlo e rimanendo per sempre nell’anonimato (non c’è proprio alcun obbligo di fornire le proprie generalità o altre informazioni sulla propria identità – vedi dpr 396 del 2000) . Ma tante donne non lo sanno e mettono in pericolo la loro vita e quella del piccolo.
Ricorda molto la “ruota dei trovatelli” ma è un modernissimo dispositivo donato dalla associazione “Venti Moderati”: tramite uno sportello esterno sarà possibile introdurre il neonato nella “culla”, che verrà mantenuto a temperatura costante e garantirà sempre il totale anonimato del “depositario” grazie all’assenza di rilevatori e telecamere. Un impianto infine di segnalazione acustica e video che rileverà la presenza del neonato e gli operatori potranno immediatamente attivarsi.
Un dato: su seimila neonati del 2006, alla clinica milanese Mangiagalli, 14 non sono stati riconosciuti (il totale, contando anche il resto della cità sale però a 51). Milano quindi non è in vetta alle città per abbandono ma il problema rimane comunque molto rilevante.
Quello che molte madri ignorano è la possibilità, per legge, partorire in ospedale e lasciare lì il bambino senza riconoscerlo e rimanendo per sempre nell’anonimato (non c’è proprio alcun obbligo di fornire le proprie generalità o altre informazioni sulla propria identità – vedi dpr 396 del 2000) . Ma tante donne non lo sanno e mettono in pericolo la loro vita e quella del piccolo.
Ricorda molto la “ruota dei trovatelli” ma è un modernissimo dispositivo donato dalla associazione “Venti Moderati”: tramite uno sportello esterno sarà possibile introdurre il neonato nella “culla”, che verrà mantenuto a temperatura costante e garantirà sempre il totale anonimato del “depositario” grazie all’assenza di rilevatori e telecamere. Un impianto infine di segnalazione acustica e video che rileverà la presenza del neonato e gli operatori potranno immediatamente attivarsi.
Un dato: su seimila neonati del 2006, alla clinica milanese Mangiagalli, 14 non sono stati riconosciuti (il totale, contando anche il resto della cità sale però a 51). Milano quindi non è in vetta alle città per abbandono ma il problema rimane comunque molto rilevante.
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