VENEZIA - Sono accusati di ripetuti maltrattamenti nei confronti dei tre figlioletti, di età comprese tra i 6 e i 12 anni, percossi a cinghiate quando tornavano da scuola con brutti voti o svolgevano malamente i lavori domestici a loro affidati.
Due genitori, poco più che trent’anni, residenti in un comune del Veneto Orientale (di cui omettiamo ogni riferimento per non rendere riconoscibili i bambini), sono comparsi ieri per un "incidente probatorio" davanti al giudice per le indagini preliminari di Venezia, Antonio Liguori. Il pm Lucia D’Alessandro, infatti, ha voluto raccogliere la testimonianza dei tre minorenni, con l’assistenza di psicologi e assistenti sociali, per poterla utilizzare con valore di prova nell’inchiesta contro la coppia.
Cinghiate per brutti voti e dimenticanze, il silenzio della madre. I bambini hanno confermato il racconto già fatto agli inquirenti, spiegando al gip che il padre era solito punirli a cinghiate ogni qualvolta prendevano un 5 in pagella, quando non rifacevano bene il letto, oppure si dimenticavano di spolverare e passare l’aspirapolvere. Il tutto sarebbe proseguito per anni, più di 5, davanti alla madre, mai intervenuta a difesa dei figli, due bambine e un bambino.
A segnalare i fatti un'insegnate. L’inchiesta è iniziata grazie alla segnalazione di una docente della scuola media frequentata da una delle bambine. Ieri la piccola ha raccontato che, in precedenza, si era confidata anche con la maestra (che ora dovrà essere ascoltata), senza però essere creduta. Le punizioni a base di cinghiate sarebbero quindi proseguite. In attesa che si faccia piena luce sul caso, il Tribunale per i minorenni ha affidato i tre bambini ad una struttura protetta, allontanandoli dai genitori.
I testimoni della difesa: mai visto niente del genere. La coppia, assistita dall’avvocato Laura Dei Rossi, ha ascoltato da un’altra stanza, in videoconferenza, il racconto dei figli. Nell’inchiesta penale non hanno ancora rilasciato dichiarazioni, mentre davanti al Tribunale per i minorenni si sono difesi contestando ogni accusa e producendo le testimonianze dei vicini e di conoscenti, nessuno dei quali avrebbe mai visto segni di percosse sui bambini. Una memoria sarà depositata con molte probabilità nei prossimi giorni con l’obiettivo di evidenziare le contraddizioni nel racconto dei bambini che la difesa ritiene inverosimile e smentito da numerosi dati di fatto.
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