La storia di “Il bambino che sognava i cavalli”, presente la madre del piccolo


PALERMO 22 MARZO 2011 "Oggi è stata una giornata che mi ha emozionato, non chiedetemi di perdonare i carnefici di mio figlio, non ce la posso fare". Lo ha detto Franca Castellese, intervenuta oggi all’evento organizzato dal Parlamento della legalità presso il liceo artistico di Bagheria. La signora Franca è la madre del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santino Di Matteo. Giuseppe, che fu rapito nel 1993 e assassinato dopo 779 giorni di prigionia. "Da quando Giuseppe non c’è più - ha aggiunto la signora Castellese - sono una mamma alla quale è stato portato via il cuore: non so nemmeno io come continuo a vivere".

Particolarmente emozionati tutti gli studenti attentissimi al racconto della mamma cui è stato strappato il figlio, in così tenera età, emozionati anche il sindaco di Bagheria, Biagio Sciortino, l’assessore alla Comunicazione e legalità, Emanuele Tornatore e il presidente del centro studi che ha organizzato “La settimana della Legalità”, Nicolò Mannino che ha presentato quest’oggi il lavoro del giornalista Pietro Nazio, anche egli presente; il libro sulla storia del piccolo Di Matteo “Il bambino che sognava i cavalli - 779 giorni ostaggio dei Corleonesi”.

A Franca Castellese i ragazzi del liceo artistico di Bagheria hanno dedicato poesie e disegni contro la mafia, ed un orologio, fatto con le loro mani “che segna sempre l’ora della Legalità”. "La storia di Giuseppe la conoscono tutti, ma pochi sanno come si è svolta realmente - ha detto l'autore Pino Nazio - dopo tre anni di lavoro sto portando in giro per l'Italia questa terribile vicenda tra centinaia di persone, soprattutto giovani, che fanno tante domande e commentano il libro. E' la migliore ricompensa che mi potessi aspettare”. “Ho scritto questo libro perché ho trovato assurdo che la storia del bambino rapito dalla mafia la ricordino tutti, ma finora nessuno ne ha scritto, se non i carnefici", aggiunge Nazio riferendosi Giovanni Brusca, nel libro “Ho ucciso Giovanni Falcone”, e Giuseppe Monticciolo, in “Era il figlio di un pentito”.

Ha ringraziato tutti gli studenti presenti ed il Parlamento della Legalità il sindaco Biagio Sciortino. “Siete la Bagheria bella – ha detto il primo cittadino – quella che vogliamo che tutti conoscano e ricordino”. “La memoria è un dovere – ha sottolineato l’assessore Tornatore – è un dovere di chi governa, un dovere di chi insegna, di chi studia. L’assenza della memoria fa morire due volte, per questo è fondamentale ricordare”.
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